26 giugno 2007

Kuraja do Kraja

Si sa che per poter raccontare il proprio viaggio a UdE si fa la coda, ma in fin dei conti è anche un sistema clientelare, quindi io e Cima abbiamo ottenuto il diritto di parlare del nostro viaggio a Pola solo un giorno dopo il nostro ritorno. Però il Cima non c'era perché impegnato a mappare la copertura del segnale della nostra amata radio al pronto soccorso del Maggiore.
In studio regnava la perplessità perché Gya e Fiocco, storicamente ancorati al convenzionalismo e troppo vecchi per osare avevano difficoltà ad accettare che la cosa più saggia se si vuole essere a Pola in giornata sia partire in bici all'una del mattino da Trieste.
Con qualunque mezzo raggiungiate Pola, non rimarrete delusi: ci sono le rovine romane, la cittadella medioevale, il barbiere ufficiale della nazionale di calcio croata e una vita notturna praticamente inesistente (confortante se siete dei sociopatici come me).
La saggezza in viaggio può essere importante, ma per evitare incidenti lungo i 150 km ci vuole anche un pizzico di fortuna. Per cadere e farsi male a dieci metri dal portone della casa di Moris (che ci ospitava) andando al mare ci vogliono dei freni cattivi come quelli del Cima, per decidere di andare comunque in spiaggia ci vuole grinta (o follia, è difficile cogliere la differenza). Per innamorarsi delle coste di Verudela basta un attimo. Per rendersi conto che forse il ritorno a Trieste è meglio farlo in autobus, finalmente deve sopraggiungere il buon senso.
Quando invece coglie la fame e ci si trova per strada, non ci si può sottrarre al burek, il prodotto da ristorazione rapida più unto della storia della cultura alimentare occidentale, disponibile nei gusti formaggio e mele (ok, anche con la carne se non riuscite a rinunciarci). Come dessert Billy Ballo consiglia di comprare della frutta nell'enorme e vivacissimo mercato del centro.

UdE vi invita ad essere sempre attenti nel distinguere gli effetti dalle cause e nella fattispecie si pone un problema: oggi il computer è andato in malora durante la registrazione, poi è caduto, etc. insomma niente registrazione per di più io sono in piena ma paio incapace di fare il mio lavoro. C'è un piano contro di me o sta accadendo tutto per caso?
Ad ogni modo credo si farà un'altra puntata sullo stesso tema ma con Cima e magari Moris in studio, nel frattempo auguriamo proljev a tutti quelli che ci criticano.

Oi Va Voi Yur Bucovina Dub
Tiny Dancers Hannah We Know
Lou Dalfin Occitania e basta
Jennifer Gentle Take My Hand
Ex-Otago Pertini is a Genius
Gumo Rock

19 giugno 2007

Un altro punto di vista

Paolo e Massimo sono due intrepidi viaggiatori che hanno deciso di raggiungere una meta poco toccata dal turismo convenzionale: la Siria. Certo, si tratta di mediooriente, ma il Ministro degli Esteri in persona lo considera un paese tranquillo e i nostri ospiti confermano decisamente.

I problemi grossi derivano dal fatto che lì tutti parlano arabo, tutto è scritto arabo, anche i numeri, che non sono i numeri arabi. Cioè, i nostri sono numeri arabi ma i numeri che usano gli arabi sono in arabo e non sono... Vabbè avete capito. Ai problemi linguistici rimedia la gentilezza e la disponibilità della gente che non vede l'ora di offrire ospitalità, magari con il linguaggio dei gesti e dei disegni; sempre che non veniate da Israele, che lì chiamano Palestina occupata.

Economica la benzina, sì. Ma non conviene noleggiare una macchina perché il traffico Paolo, Massimo e Damasco sullo sfondoè inaffrontabile grazie alle indicazioni incomprensibili e all'assenza di semafori. Qunidi usate taxi e minibus.
Belle le banconote siriane, ma i locali preferiscono gli Euro quindi se cambiate troppi soldi ve li tenete. A questo proposito lanciamo un appello: se avete bisogno di denaro siriano contattate UdE, sul serio.
Buono il cibo, ma se non ci siete abituati dopo quattro o cinque giorni vi ritroverete ad affrontare un problema su cui si sono ormai spese fin troppe parole e finirete per cercare conforto nelle certezze della finta Amatriciana con panna.
Utile la Lonely Planet, ma può deludere. Piuttosto fate come Massimo e Paolo che a Damasco hanno incontrato dei bambini così orgogliosi delle bellezze del loro paese da offrirsi gratutamenti come ciceroni.
Carini i souvenir, ma non fatevi turlupinare da venditori ambulanti, anche se sono troppo simpatici per dire loro di no.
Confortante sentire parlare di democrazia, ma andate a dirlo al presidente, che forse preferiva rimanere a Londra a fare l'oculista.

Ma la genialata del viaggio, ad ogni modo, sta nel fatto che per rassicurare sua madre, Paolo le ha detto che andava in Grecia e le forniva quotidianamente dettagli di un falso itinerario. Ma alla mamma non si nasconde niente, infatti scoprirà tutto scaricando la puntata.

Subline Santeria
Beck Tropicalia
David Bowie Heroes
Jennifer Gentle I Do Dream You

12 giugno 2007

O Valencia

Intanto ciao!
Quanto al viaggio, oggi avevamo in studio ben due ospiti: Greta e Margherita che a Marzo sono andate a Valencia in occasione las Fajas, festa di cui in trasmissione non si è parlato affatto visto che è stata il tema di una precedente puntata. Questo alla fin fine è un bene perché senza il problema di dover descrivere e spiegare l'evento le nostre ospiti si sono concentrate sul racconto della vita valenciana.

La città è servitissima quanto a trasporti anche se le compagnie aeree che la collegano al resto del mondo hanno politiche di gestione dei voli parecchio originali e al limite del credibile. Forse lo fanno per vedere a che compromessi siete disposti a scendere pur di pagare poco. O più semplicemente è tutta una burla. Comunque niente a che fare con la metro di Barcellona: cosa succede se sullo stesso binario passano due linee diverse con lo stesso numero e lo stesso colore distintivo? Che sicuramente prenderete quella sbagliata e dovrete bloccare il treno.

Tornando a Valencia, aggiungiamo che Margherita e Greta sono andate a trovare un ex compagno di classe delle superiori che ora non si sa dove sia, ma sicuramente non può ascoltare la radio in streaming. Potrebbe approfittare del tempo che avrebbe dedicato alla radio per pulire la casa visto che è così lercia da far paura. Senza offesa.
Scherzi a parte Valencia merita una visita per l'architettura, per il fiume secco trasformato in parco pubblico e per i numerosi musei: così tanti che se ne possono citare addirittura quattro tirando ad indovinare.
Finalmente la gente chiama in massa da casa per intervnire nella trasmissione, ponendo domande egualmente interessanti anche se di tenore necessariamente diverso. Quali sono le meraviglie storico culturali della città? Stasera dove si va a fare aperitivo? Inutile dire che entrambe le risposte sono state fonte di acceso dibattito in studio.

Il vero problema è che questa era l'ultima puntata del Tuniz. E adesso? Che fare?
Innanzitutto scaricate la puntata e poi intervenite rivelandoci se siete contenti che il Tuniz se ne vada e se preferite che Gyannet la smetta di giocare in studio con gli effetti sonori.

Gumo You'll Be Fine
Interpol Heinrich Manouver
Tiziano Ferro Raffaella è Mia (sì, avete letto bene. che riti espiatori dobbiamo compiere ora?)
Trabant Waste of Time
Fratelli Sberlicchio El Diablo
The Rakes The World Was a Mess but His Hair Was Perfect

05 giugno 2007

Long Live Molvania!

Una delle migliori puntate degli ultimi tempi, soprattutto grazie agli ospiti decisamente sopra le righe e alla loro travolgente simpatia. Carmelo ed Eugenio, infatti, hanno raccontato un viaggio ai limite del credibile nella lontana Molvania, una terra preservata dal turismo di massa dalla sua scarsa popolarità.
Una nazione piccola ma piena di gente cordiale, soprattutto di puzziere, persone la cui tipologia sociale è ancora sconosciuta in Europa Occidentale ma non per questo non merita attenzione. Certamente la visita del paese è tutt'altro che semplice: la lingua è difficile da comprendere, è difficile trovare sistemazioni coerenti per la notte e infine assaggiare i piatti tipici può provocare disturbi considerevoli in chi non fosse abituato alla cucina locale.
Del resto la Molvania è anche capace di proporre rockstar potenzialmente di livello internazionale, ma che a causa di gruppi spalla non degni non riescono a decollare. Peccato.
Inaspettatamente abbiamo anche ricevuto la telefonata di Igor, un ragazzo molvano che si trova in Italia per ragioni di studio e che ha confermato in diretta la correttezza del racconto dei nostri eroi, cosicché nessuno potrà mai contestarne la validità.

Mi sembra del tutto inutile che io prosegua nel tentare di riassumere la puntata visto che potete senza problemi scaricarvela e godervela appieno. Ma fatelo subito perché tra due ore si gioca a calcio.

Arab Strap If There's no Hope for Us
Zladko Vladcik I'm the Anti-Pope
Devendra Banhart Long Haired Child
The Magic Number Long Legs
Tv on the Radio Wolf like Me

01 giugno 2007

Hasta la sconfitta siempre

Saranno state le tenebre che avvolgevano lo studio vista la straordinaria collocazione serale della trasmissione, sarà stata l'emozione di avere come ospite addirittura il caporedattore di OCC, sarà stato il senso di responsabilità di dover mantenere un livello consono agli standard del giovedì sera, sarà stato lo stordimento causato dal parlare di Cuba, patria politica d'elezione del team di UdE...
Sarà stato quel che è stato, ma decisamente si poteva fare di meglio e mi dispiace. Però l'ospite è sacro quindi è meglio parlare del suo viaggio piuttosto che mettersi a piangere.

La Cuba di Cili e Stief (ospite silenzioso) è un paese ideale per farsi fregare del denaro, ma con garbo. Il turista italiano, a quanto pare, viene assalito da decine di persone che per le ragioni più diverse (amicizia, parentela, pratica sportiva) sono emotivamente legate all'Italia e vogliono sdebitarsi offrendo affari a condizioni vantaggiosissime che in coscienza potete anche rifiutare, ma come sempre anche la scelta più banale si riflette in un problema etico di portata universale: in questo caso si tratta di scegliere tra grinta e pensiero debole. Dite pure la vostra.

Ovviamente Cuba è molto altro: è la musica che il Cili ci ha fatto ascoltare, sono i paesaggi che ci ha descritto anche se non li ha mai visti, sono i contrasti tra le strade dissestate e i centri commerciali per turisti, sono i ricordi del passato rivoluzionario ma il tempo concessoci dall'ospite non è stato sufficiente per sviscerare appieno il suo viaggio ma più che abbastanza per stupirci con aneddoti strabilianti e un finale a sorpresa che getta una nuova luce sui rapporti sociali dei dj's.

Si sa che prima che le cose vadano meglio devono necessariamente andare peggio, quindi io invito tutti a riconoscere questa puntata non come un pessimo punto di approdo ma un motivante punto di partenza per fare meglio la prossima settimana. Se volete scaricatevi la puntata. Altrimenti no.